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Cosa cazzo siamo diventati?
Che non ci piace niente fuori dall’involucro che ci contiene, che quello che ci piace è un prodotto da mostrare in una vetrina, che quello che ci piace è così facile e presuntuoso che diventa argomento di discussione in cui noi, autoeletti sovrani, pontifichiamo per il nostro piccolo quarto d’ora di celebrità – che il nostro nulla è più importante del nulla degli altri, che l’individualismo è giustificato dal banale concetto di qui e ora?
Cosa cazzo siamo diventati?
Che non si legge o non si guarda o non si vede niente al di là delle righe, delle tele, dei muri, degli schermi, del mezzo? Che assorbiamo solo la superficie delle cose? Che amiamo solo la superficie delle cose? Che succhiamo bucce e gettiamo i frutti e i semi nell’umido?
Cosa cazzo siamo diventati?
Che siamo costretti dall’inconsapevolezza del sabato? Del tempo?
Che siamo qui e ora, ubriachi da far schifo, a crederci liberi – quando la sbronza è solo la cartolina della “libertà”? Cosa cazzo siamo diventati? Contenitori di chimiche reazioni indotte dalla noia?
Cosa diventeremo?
Che ci impegnamo a fare voli e non abbiamo le ali?
Che non regaliamo niente e non riceviamo niente? Che si dice IO e mai NOI?
Che si dicono sempre le stesse cose?
Che il tempo passa e tutto muore?
Che siamo qua, in centinaia di individui soli, e io non voglio neanche sapere se c’hai mai pensato?
Cosa diventerete dopo qui e ora?
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